lunedì 30 gennaio 2012

E il giorno in cui quelle idiozie non si faranno più...

Una citazione di Dino Buzzati, "cronista" come egli amava definirsi, uomo di lettere, di cultura e di montagna, enorme rappresentante spesso sottovalutato della cultura italiana del XX secolo. A distanza di 40 anni dalla scomparsa, avvenuta il 28 gennaio 1972, meriterebbe molto più che queste poche righe; meriterebbe molto più rispetto al poco contenuto comparso nei giornali in questi giorni. Ma la "stampa importante" - caro Dino, molte cose sono cambiate dai tempi in cui fosti amabile cronista del Corriere - ha altro di cui occuparsi. Per non parlare della tv...

«Le storie che si scriveranno, i quadri che si dipingeranno, le musiche che si comporranno, le stolte pazze e incomprensibili cose che tu dici, saranno pur sempre la punta massima dell'uomo, la sua autentica bandiera [...] quelle idiozie che tu dici saranno ancora la cosa che più ci distingue dalle bestie, non importa se supremamente inutili, forse anzi proprio per questo. Più ancora dell'atomica, dello sputnik, dei razzi intersiderali. E il giorno in cui quelle idiozie non si faranno più, gli uomini saranno diventati dei nudi miserabili vermi come ai tempi delle caverne.» - Dino Buzzati, "Il Colombre e altri 50 racconti" - Il Mago
C'è dell'Umanismo sano e positivo dietro la poetica semplice ed immediata del mite autore di "Il deserto dei Tartari". Assolutamente controcorrente per i tempi che corrono, mi chiedo cosa possa pensare un figlio dei nostri tempi davanti ad un'ode così sincera verso "le stolte pazze e incomprensibili cose".


Una rassegna degli articoli più interessanti usciti in questi giorni su Dino Buzzati:
  1. Corriere del veneto - 28 gennaio 2012 Dino Buzzati fu grande amante della montagna, ed in particolare delle Dolomiti. Per questo nel 2010 la Regione Veneto ha acconsentito alla dispersione delle sue ceneri proprio sulla Croda Da Lago.
  2. Avvenire 
  3. Articolo di Marcello Veneziani  su "Il Giornale" - 28 gennaio 2012
  4. "Le metamorfosi di Buzzati" - Europa - 28 gennaio 2012 - nell'articolo una stupenda illustrazione dello stesso Buzzati tratta dalla copertina della fiaba "La famosa invasione degli orsi in Sicilia"

mercoledì 18 gennaio 2012

“1Q84” di Murakami Aruki

Capita a volte che un momento, un'immagine, una descrizione nel romanzo che stai leggendo evochino in te suggestioni, emozioni e sentimenti celati nelle più profonde segrete della coscienza. Capita poi che tu riesca a dare nuova vita a quelle suggestioni e a ricostruirne l'origine.
"Galaxy Express 999" era uno dei miei cartoni animati preferiti. Riusciva ad incollarmi davanti alla TV, catturato dai personaggi, dalle immagini, dai suoni e dalle vicende raccontate, così magiche e così strane che spesso io bambino non capivo a fondo, ma riuscivo a percepire anche senza l'adulto raziocinio.
Quei mondi lontani visitati da un treno a vapore volante (i "bambini meccanici" di oggi direbbero che un treno a vapore che vaga nello spazio è una cazzata senza senso), rimasti in me nascosti per anni ed anni, sono riaffiorati sulla traballante superficie del mio intelletto proprio grazie alla lettura del romanzo 1Q84 di Murakami Haruki.
Ora, giunto al termine di 1Q84 - o almeno della sua prima parte, in attesa della seconda - cerco di fare ordine nella mia mente dopo un'esperienza di lettura unica, affascinante, e che mi ha donato emozioni (e paure) "vere".
La sua capacità narrativa farà probabilmente di Murakami il prossimo Nobel per la letteratura.
In una recente intervista egli afferma: "La leggera alterazione di certi dettagli, senza dare nell'occhio, prepara mentalmente il lettore all'arrivo di un “grande mutamento”". E' la chiave del suo stile: il dettaglio e la rappresentazione realistica (anche iper-realistica) del reale come dell'irreale, caratterizzano gli episodi ed i personaggi dei suoi romanzi, e sono proprio quei dettagli ad aprire nel lettore quelle porte creando una sorta di vibrazione in qualche modo "ultrasensoriale", un piccolo shock che rende unica ed irripetibile l'esperienza di lettura.
Mi torna in mente l'effetto provocato nella visione di "L'impero delle luci" di Magritte: un paesaggio in notturna sotto un cielo che ricorda chiaramente il giorno. "Trovo che questa contemporaneità di giorno e notte abbia la forza di sorprendere e di incantare. Chiamo questa forza poesia." Parole dello stesso Magritte. Ed è la stessa forza che troviamo nella letteratura di Murakami.
In "1Q84" Murakami Aruki fa un balzo avanti, la sua missione si sposta direttamente sul piano antropologico. La cultura del Sol Levante (sì, la stessa di Kurosawa, Ozu, Matsumoto), le reminescenze animistiche, le ritualità scintoiste, si amalgamano con la cultura occidentale. Non è un caso se lo stesso "Leader della setta Sakigake" citi direttamente uno dei capisaldi dell'antropologia culturale di matrice europea: "Il ramo d'oro" di James Frazer; e non sono poi così celate le affinità tra il rito legato al culto di Diana a Nemi su cui si basa "Il ramo d'oro" e la fine del leader del Sakigake. Obiettivo: l'integrità di una comunità. Così, la setta diventa il centro del romanzo, e la "culla" della stessa società, il rito ne diventa la celebrazione per salvaguardarne l’integrità e la continuità, la magia il mezzo (il Leader usa la pratica magica sollevando oggetti per rendersi credibile agli occhi di Aomame). Ma il culto si rompe, e la realtà esplode in un'infinità di microcosmi indeterminabili, appena riconoscibili da (per l’appunto) dettagli.
Per chi si chiede quanto del "1984" di Orwell ci sia in "1Q84", troverà la risposta semplicemente affiancando le parole "BIG BROTHER" e "LITTLE PEOPLE", da una parte un "grande" "fratello", dall'altra tanti "piccoli" "uomini". Profetizzazione o interpretazione della nuova società, Murakami in "1Q84", come fu nelle opere di Dostoevskij, raggiunge la vetta del messaggio universale.

Book Trailer 



Riferimenti
Inervista a Murakami Aruki a proposito della pubblicazione di "1Q84"
Pagina dedicata all'autore sul sito Einaudi
Murakami su Wikipedia