domenica 11 marzo 2012

Giappone (日本) - 11 marzo 2011

A un anno dal disastro ci si aspettava qualcosa di più: qualche parola, qualche omaggio che andasse oltre il solito servizio al TG, qualche testimonianza in più, per documentare gli effetti del dopo-tsunami, per capire quanto esso abbia influito in una recessione del Giappone che dura da anni e che ha toccato il suo punto più critico proprio in quell'11 marzo del 2011. E che per la prima volta dal dopoguerra vede quel popolo, da sempre determinato ed abituato a rialzarsi anche dalle condizioni più gravi, in difficoltà e con un futuro sempre più avvolto nell'ombra, con una crisi ed un rischio default che tuttavia accomunano gli abitanti di Tokio e Osaka agli abitanti di Atene, Roma, Madrid, e perché no, New York e Parigi.

Oggi il Giappone non è stato quasi presente nelle cronache e negli editoriali, né è diventato "Top Trend" sui più popolari social network, oramai sempre di più bussole di una coscienza collettiva mondiale in costruzione.
La faccenda è stata liquidata con l'immagine solenne dell'imperatore e con qualche breve cronaca del day after a Fukushima. Personalmente mi sono dovuto sintonizzare sui canali della NHK (TV di stato giapponese), per fortuna disponibili anche in lingua inglese.

Mi torna in mente Haiti, e ripenso alle continue parate di star e divi di Hollywood fra i bambini di Port-au-Prince. Lì il meccanismo delle ricorrenze ha funzionato di più, così come con lo tsunami in Indonesia. Probabilmente in quei casi la cosiddetta macchina della solidarietà è stata più fruttuosa per le grandi lobbies della miseria.

In questo finale di giornata e di settimana, mi piace quindi lasciare un pensiero al grande popolo giapponese, apparentemente così lontano da noi, eppure così vicino, se solo penso che a Milano è più facile trovare un sushi bar che una trattoria tipica lombarda; se per le strade di Torino è più facile vedere una Toyota che una Fiat; se io sono cresciuto con i manga; se l'ingegneria del processo delle grandi industrie utilizza il Kanban e il Kaizei; se il 70% dei miei amici hanno praticato il karate per almeno un anno; se i centri cittadini di Tokio e di Osaka pullulano di ristoranti e boutique italiane; se sul mio comodino ho l'intera opera di uno scrittore giapponese.

Collegamenti:
http://www.corriere.it/esteri/speciali/2012/fukushima-un-anno-dopo/ 
Lo speciale del Corriere della Sera


http://www3.nhk.or.jp/nhkworld/
Il portale della NHK World